mercoledì 23 gennaio 2013

Introduzione alla Food Photography

Le immagini di cibo sono ovunque: giornali, riviste, cartelloni, televisione, cinema, web. Siamo letteralmente sommersi ogni giorno da immagini che ritraggono invitanti manicaretti, che solo a guardarli ci viene l'acquolina.
Sono immagini che all'apparenza possono sembrare fin troppo semplici; d'altronde, un piatto di pasta, un cornetto, un panino, che ci vorrà mai a fotografarli? Un sacco di tempo, pazienza, tecnica e precisione!
Infatti la Food Photography è da considerare, senza dubbio, tra le specializzazioni più complicate della fotografia. 
Questo perché alle difficoltà della fotografia tout court, se ne vanno ad aggiungere di specifiche. Il cibo, infatti, per quanto buono possa essere è altamente deperibile. Se prepariamo un bel piatto fumante di spaghetti per quanto tempo rimarrà tale? Poco, molto poco. Tanto più se lo mettiamo sotto a delle luci molto potenti, che velocizzeranno il processo di deperimento. Quindi tutte le decisioni - inquadratura, sfondo, regolazione delle luci, esposizione e quant'altro - vanno prese prima che il piatto sia pronto, in modo tale da preservarne l'aspetto invitante e la fragranza, le due cose più importanti che una buona fotografia di food deve riuscire a comunicare. 
C'è poi da dire che un piatto buono non è detto che sia anche necessariamente bello (e viceversa) e questo, se ragioniamo in ottica fotografica, è un grosso problema. Quando ci si trova su un set professionale spesso quello che si fotografa non si mangia, per cui il problema non si pone. Si utilizzano spesso prodotti non commestibili per migliorare l'aspetto delle pietanze; quello che su un set di moda un make-up artist farebbe su una modella, un food stylist lo fa su un piatto di carbonara o su una fetta di torta. In futuro avremo modo di parlare anche di questi aspetti della fotografia di food, ma ora preferisco concentrarmi sul fotografare cibi destinati ad essere mangiati dopo lo shooting, perché credo sia il caso della maggior parte delle persone che si avvicinano a questo tipo di fotografia. 
Come fare, dunque, a scattare buone fotografie ai cibi che prepariamo con tanto amore e passione, senza che questi ne escano imbruttiti?
Innanzitutto, l'abbiamo già detto, bisogna essere veloci: bisogna preparare il piatto quando si è già scelta l'inquadratura, l'ottica da utilizzare, i tempi di scatto, l'apertura di diaframma e tutto il resto. Quindi prima di scattare il piatto vero e proprio, faremo delle prove con un piatto vuoto, un bicchiere, una bottiglia, qualsiasi cosa richiami dimensioni e colori della pietanza che andremo ad immortalare più avanti.
Ma oltre alla velocità ci sono altri fattori fondamentali per ottenere buoni scatti (nelle prossime settimane, li approfondirò tutti con post dedicati, questa vuole essere solo un'introduzione):

- la luce: senza dubbio il fattore più importante per ottenere foto appetitose. La luce può essere naturale o artificiale, calda o fredda, flash o continua. Qual è la migliore? Tutte o nessuna. La luce è luce. Punto. Se si sa usare ogni tipo di luce può essere adatta ad ottenere belle fotografie. E' anche vero che certe luci sono più indicate di altre  per fotografare il cibo, ma molto dipende anche dal budget da mettere in gioco. Comunque ne parleremo nei prossimi post;

- scattare in RAW: anche questo è importantissimo: scattate sempre e soltanto in RAW. Questo vi permetterà di poter bilanciare il bianco e di fare tutte le correzioni necessarie in post-produzione con programmi come Adobe Lightroom, Aperture e altri dedicati allo sviluppo digitale;

- l'attrezzatura: la scelta dell'attrezzatura naturalmente dipende dal budget a disposizione. Nel post dedicato analizzeremo i criteri da tenere in conto nella scelta della propria macchina fotografica. Per adesso diciamo soltanto che è fondamentale che abbia la possibilità di scattare in RAW (non che senza RAW non si possano ottenere buoni risultati, i consigli che do sono rivolti a chi vuole approcciarsi alla food photography in maniera più professionale possibile); ma l'attrezzatura non è solo macchina fotografica: esposimetro, flash, neon, softbox, modificatori, pannelli, sono tutti acquisti che dovrete valutare se vorrete fare di questa passione un lavoro.

- avere occhio: questa è forse la cosa più difficile. Per scattare belle foto di food (ma non solo), bisogna avere gusto, bisogna saper comporre un'inquadratura, bisogna sapere dove mettere a fuoco, bisogna saper accostare i colori e così via. Il consiglio che posso darvi per migliorare in questo contesto è guardare più fotografie possibile, sulle riviste di settore, sui siti internet, ovunque. Guardando il lavoro degli altri si può solo migliorare e imparare, in quest'ottica vi consiglio il lavoro di fotografi come David MunnsLou Manna o Veronica Studer.

Nel prossimo post inizieremo a parlare più nel dettaglio del lavoro di un food photographer, proseguendo il percorso che ci porterà ad analizzare tutti gli aspetti di questa splendida professione.

Alla prossima.

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